Dante GiovaneDa tempo, i videogames vengono presentati al pubblico attraverso i trailer, video di qualche minuto di anticipazione del contenuto del nuovo gioco in uscita che ha come scopo quello di invogliare il giocatore ad acquistare il nuovo titolo.

Con gli anni, i trailer sono diventati sempre più travolgenti, allontanandosi però dalla dimostrazione diretta del gioco in fase di sviluppo, avvicinandosi a un trailer di contenuto a se stante, ideato propriamente per attirare l’attenzione sul gioco senza basarsi su gameplay o altro: parliamo dei cinematic trailer.

Come il nome stesso afferma, guardando un trailer ora guardiamo in realtà un piccolo cortometraggio di un paio di minuti inerente al contenuto del gioco, ma con una grafica enormemente migliore e una attenzione per i dettagli quasi maniacale. Alcuni esempi recenti sono il trailer di “Assassin’s Creed III”, il trailer di “Devil May Cry” (l’ultimo in uscita dei nuovi sviluppatori della “Ninja Theory”)e il trailer di “The Witcher: Assassins of Kings”. La tecnica del motion capture, ossia rivestire un attore fisico di una tuta collegata a un computer, il quale riproduce sottoforma di dati tutti i movimenti prodotti dalla persona in movimento, così da agevolare  l’elaborazione del personaggio del videogame e migliorare la fluidità e l’espressività dei suoi gesti, è ormai ampiamente usata nei videogames e in tutte quelle situazioni ove è richiesta la riproduzione di figure in 3D in movimento, le quali si vuole abbiano la naturalezza di un corpo umano reale. Ciò consente di creare trailer di videogiochi che sono veri e propri capolavori.

Ovviamente la bellezza è relativa e ciò che a qualcuno può piacere ad altri può non piacere, ma analizziamo qualcuno di questi trailer per renderci conto dell’impegno dell’equipe grafica di questi videogames venturi: nel  video di Assassin’sAssassin's Creed III Creed III (Trailer) vediamo paesaggi sconfinati, migliaia di persone in guerra, movimento, polvere che si alza da terra, il nuovo assassino alle prese con una lotta con l’esercito nemico che si trasforma quasi in una danza di colpi andati a segno. Le pugnalate scivolano sui corpi dandoci l’impressione che la lama sfiori appena il nemico, entrando nella carne quel tanto che basta per ledere organi vitali; mentre quando l’assassino affonda la sua accetta sul suo avversario, è la pesantezza che percepiamo. Per Devil May Cry (Trailer)ci troviamo addirittura in un ambiente quasi familiare, vediamo una società dei giorni nostri, discoteche, strade urbane, televisori e tutto viene poi stravolto dall’inferno che emerge, la città illusoria si trasforma nell’ennesimo mondo demoniaco col quale Dante si ritrova a combattere. Tralasciando la novità del titolo della saga, che ci porta quasi di fronte a una probabile apocalisse futura dove il mondo che conosciamo verrà invaso da demoni assetati di sangue (che fortunatamente però sembrano avere una passione sfrenata per il farsi massacrare dall’unico ammazza-demoni di professione in circolazione), ciò che ci fa rabbrividire del video sono gli occhi di Dante (il ragazzo strafottente che ci dicono essere Dante e che noi ancora cerchiamo di capire cosa abbia con lo sbruffone ragazzo dai capelli bianchi al quale eravamo abituati), espressivi e realistici. Guardiamo i corpi, i movimenti, gli abiti: con incredibile maestria, Dante appare volutamente vestito in modo trascurato, con la giacca che quasi cade, la canottiera larga che permette di vedere il fisico atletico del figlio di Sparda, la spada trascinata, il tutto espresso graficamente con grande impatto.

Per non parlare del cinematic trailer di The Witcher: Assassins of Kings (Trailer): quasi una sorta di video presentazione del personaggio “Leto”. Ancora prima che il personaggio di interesse faccia la sua comparsa assistiamo a dei giochi su una nave fatti Lethoper intrattenere il tipico opulento nobile che non ha la minima idea di cosa stia per accadere finchè, lanciata quella fiala contenente il liquido blu, il ponte della nave è investito da un’ondata di ghiaccio che ha qualcosa del “capolavoro”. Quando poi il ghiaccio si rompe ci si trova davanti a una armoniosa sinfonia di effetti e colori che ci lasciano a bocca aperta assistendo alla corsa agile del corpulento Leto che, accompagnato da una definizione che ha dell’inverosimile, conclude il suo obiettivo senza un graffio, esprimendosi nelle sue azioni in una qualità di immagine difficilmente riscontrabile addirittura nella realtà.

Tutto questo “eccesso estetizzante” servirà forse a occultare il detto “l’apparenza inganna”? Vedendo poi il gioco in-game, ci ritroviamo di fronte a un gioco che non risponde esattamente alle aspettative provocate dal trailer, che già ci faceva sognare la perfezione grafica. Certo non ci lamentiamo della magnificenza grafica in-game, al tocco dei nostri comandi possiamo esplorare quel mondo così dettagliato e studiato in ogni minimo punto con un personaggio nelle nostre mani che ci fa sentire piccole divinità che giocano col proprio mondo di burattini (reali, quindi). Lo scopo quindi non è, ingannare attraverso un’eccessivo impegno grafico nel trailer, ma solo rendere invitante un gioco che già di per sè ha i numeri per diventare uno dei nostri titoli preferiti, ma come il titolo dell’articolo stesso afferma, “anche l’occhio vuole la sua parte”, e allora perchè non dare un biglietto da visita prodotto con la maggiore eleganza e cura possibile ai propri giochi in uscita? L’abile mossa degli sviluppatori ci fa sognare alla vista del trailer e ci catapulta nel mondo del quale diventeremo padroni all’acquisto del titolo uscito.

L’unica domanda che rimane a questo punto é: se dopo qualche anno di sviluppo informatico, la qualità dei giochi e delle immagini è aumentata tanto, fra lo stesso numero di anni, cosa ci dovremmo aspettare? Solo il tempo ce lo dirà. Nel frattempo, rifacciamoci gli occhi con i “cinematic trailer”.