ATARI VCS2600

La prima console realizzata da Atari, nel lontano Ottobre 1977, è a ragion veduta considerata uno dei più grandi successi della storia del videogame. Venne prodotta in vari modelli (VCS prima, poi 2600 ed infine 2600 Jr.) fino alla fine degli anni '80, in cui si vendeva ancora qualche esemplare, in concorrenza con gli ormai diffusissimi Home Computer.

Caratteristiche tecniche:
CPU: MOS 6507 (8-bit a 1,19 MHz)
CPU video/audio: TIA Stella a 3,58 MHz
RAM: 128 Byte
ROM: 6 KByte


Quando la popolarità di Pong comiciò a scemare (cosa dovuta anche all'uscita del Channel F, una console con Rom di giochi intercambiabili), Atari capì che il mercato delle console capaci di far girare un solo gioco era ormai agli sgoccioli. Così, nel 1976, Atari cominciò a lavorare al progetto "Stella", un sistema basato su cartucce intercambiabili.

Purtroppo, però, ad un passo dal ompletamento del progetto, Atari si rese conto che non avrebbe avuto i fondi necessari per la produzione al distribuzione del prodotto. Nolan Brushnell (il fondatore di Atari) si trovò nella scomoda situazione di aver bisogno di fondi, arrivò così alla sofferta decisione di vendere la compagnia alla Warner Communications, per 28 milioni di dollari, nell'ottobre 1976. Warner aveva in progetto di far diventare Atari una compagnia leader mondiale nell'intrattenimento elettronico e puntò molto (circa 100 milioni di dollari) sul progetto "Stella" (ormai consociuto con il nome "Video Computer System" o, più semplicemente, "VCS").

Il VCS, diversamente dagli altri sistemi, era dotato di un processore capace di eseguire diversi giochi semplicemente sostituendo la cartuccia di gioco con un'altra. Il gioco, dunque, era incorporato nella rom contenuta nella cartuccia e non nella console stessa. Potenzialmente, quindi, il VCS era capace di eseguire un numero infinito di giochi diversi, cosa avveniristica per i tempi.

La prima versione dell'Atari2660 e, a destra, la versione SEARS della stessa console.

In tema di distribuzione, continuò la partnership tra Sears e Atari. Nella nuova versione del contratto di distribuzione del VCS, fu permesso a Sears di creare una propria versione del VCS, da distribuire contemporaneamente al VCS ufficiale. In questo modo, Sears avrebbe potuto guadagnarsi una fetta di mercato del VCS e Atari godere di una distribuzione capillare del proprio prodotto.

Nell'ottobre 1977, dunque, il VCS fu rilasciato ad un prezzo di 200 dollari. Per il lancio erano disponibili nove giochi e, contrariamente alle aspettative, le vendite iniziali furono deludenti. Ciò fu dovuto sia alla grande abbondanza di videogames mono-gioco a basso prezzo presenti sul mercato, sia al parco giochi VCS di qualità non esattamente esaltante.

Fu il periodo in cui cominciarono i contrasti tra Brushnell e la Warner. La casa madre avrebbe voluto rivoluzionare il clima "hacker" e indipendente che regnava in Atari, introducendo divise per i dipendenti e cartellino da timbrare ogni mattina. Questi fattori, combinati ai progetti di Warner (non approvati da Brushnell) di fare entrere Atari nel mercato degli Home Computer, convinsero il fondatore di Atari a lasciare la compagnia. Bushnell firmò un contratto quinquennale di "non competizione" con Atari e si mise in proprio aprendo un ristorante, il "Pizza Time Theater restaurant" (più tardi traformato nel "Chuck E. Cheese" franchise).

I videogames del VCS cominciarono ad essere realmente popolari nel 1979, ma nonostante questo, il VCS fece riegistrare solo vendite modeste. Questa situazione durò fino al 1980, quando Atari divenne la prima compagnia a covertire un gioco da sala nel formato casalingo. Si trattava del gioco "Space Invaders". Space Invaders arrivò sugli scaffali dei negozi nel gennaio 1980, e fu un grandissimo successo. Molta gente comprò un VCS solo per poter giocare a Space Invaders. Il futuro di Atari divenne nuovamente radioso.

Ma lo stesso anno, un gruppo di eccellenti programmatori Atari, lasciarono l'azienda a causa della politica che prevedeva di non dar alcun rionoscimento ai programmatori dei giochi, non inserendo alcuna schermata di credits nei giochi, ma menzionando solo il nome dell'azienda. Così David "Pitfall" Crane, Larry "Combat" Kaplan, Alan Miller, e Bob Whitehead (creatori di moltissimi giochi sportivi per Atari) lasciarono la compagnia per crearne una tutta loro: l'Activision, compagnia che, successivamente, sviluppo' alcuni dei migliori giochi per VCS. Naturalmente ad Atari non andò giù di avere una casa concorrente nella produzione di giochi per VCS (fino a quel momento Atari aveva avuto l'esclusiva sulla produzione di software per VCS). Fu il vero inizio della "fine" di Atari. Altre compagnie come Apollo, Parker Bros., Telesys, e Spectravision presero spunto da Activision, e più e più giochi (di varia qualità) cominciarono ad apparire nei negozi specializzati.

Lungo il 1981, Atari convertì molti giochi arcade per VCS, come Missile Command e Asteroids. I videogames continuarono a guadagnare popolarità, e con l'uscita di console più performanti, come l'Intellivision di Mattel e il ColecoVison, Atari decise che era ora di rinnovare il suo hardware di punta e decide di dare il via alla produzione della nuova macchina chiamata "Atari 5200 Supersystem". Seguendo questo trend, Atari rinominò il vecchio VCS, chiamandolo VCS2600. La compagnia continuò a supportare entramnbe le console, ma incassando una cocente delusione a causa delle scarsissime vendite del 5200, il cui fallimento fu dovuto anche all'impossibilità di leggere giochi creati per il 2600. Inoltre, i giocatori parevano preferire la console Coleco.


Due schermate di gioco: Space Invaders e Pac-Man

Il 2600 fece nuovamente centro nel 1982, quando venne rilasciato un certo PAC-MAN, convertito da sala giochi... Fu un successo incredibile di pubblico e di critica. Atari spremette fino all'inverosimile la licenza di Pac-Man, organizzando tornei, manifestazioni e congressi. Il successo fu tale che si sorvolò sull'effettiva qualità della conversione VCS, per moltissimi aspetti inferiore alla controparte arcade. Il filone di giochi di dubbia qualità continuò incontrastato, a peggiorare la situazione arrivarono sul mercato una grande quantità di titoli che servivano solo a pubblicizzare altre aziende (come catene di fast food) e addirittura Atari si diede la zappa sui piedi da sola pubblicando E.T.: il gioco dell'extra-terrestre visto al cinema. Ma mentre il film fu uno dei più belli mai usciti , il gioco fu il peggiore mai creato in tutta la storia del divertimnto elettronico. Si calcola che rimasero invendute circa 5 milioni di copie e per Atari (che pagò la licenza di E.T. ben 21 milioni di dollari), fu un tremendo colpo.

I problemi per Atari non terminarono: pur avendo una base di VCS2600 venduta da far invidia a chiunque, i concorrenti cominciarono a creare adattatori per i loro sistemi (o, in alcuni casi, dei veri e propri cloni) che permettevano l'esecuzione dei giochi nati per VCS2600. Inutili furono le proteste di Atari e le cause intentate verso i clonatori, visto che la casa, stupidamente, non aveva mai messo il proprio hardware sotto copyright, risultando, di fatto, legalmente clonabile.

Nel 1984 il mercato collassò definitivamente sotto il peso di software-spazzatura creato, fra le altre, da case come Data Age o Mythicon. Questo non fermò Atari, ormai l'unica casa che resisteva al massiccio calo delle vendite. La casa mise in atto varie campagna di promozione del 2600, con abbassamenti di prezzo e aumento del numero di giochi disponibile. Atari creò una nuova versione del 2006, più piccola, compatta e ricca di colori, chiamata Atari2600 Junior (Jr.). Questa macchina fu pubblicizzata in lungo e in largo, associandola allo slogan "The Fun is Back..." (Il divertimento è tornato...), e venduta a 50 dollari. Il progresso tecnologico avanzava, nel frattempo e console 8 bit giapponesi del calibro di NES e MasterSystem, cominciavano a tenere testa consistentemente agli ultimi, stupendi, giohi per 2600 (come Solaris e Midnight Magic).

La pubblicità dell'Atari2600 Jr.

L'Atari 2006 Jr. accompagnò l'Atari alla fine della sua corsa. Nemmeno aborti tecnologici come l'Atari7800 o il Jaguar riuscirono a risollevare le sorti dell'azienda, che ormai aveva i giorni contati.

Al culmine della sua popolarità, l'Atari contava milioni di dollari di investimenti e più di 10.000 persone al lavoro per i suoi giochi. Ma il mercato è spietato e alla fine la compagnia, dopo quasi 10 anni di agonia, morì ufficialmente nel luglio del 1996.


L'Atari2600 Jr e un particolare dei caratteristici switch per scegliere il canale e la difficoltà di gioco, insieme allo spinotto per i joystick


Particolari dei pulsanti d'accensione, modalità colore/bn, select e quello di reset


Il restro della console, con gli spinotti per i joystick, le prese per il collegamento AC e video e gli switch per la difficoltà

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