La Sposa Cadavere
Un Film di Tim Burton

In un villaggio europeo tipicamente ottocentesco, si svolge la strana storia di Victor, ragazzo timido e impacciato che durante il viaggio che lo porterà dalla sua promessa sposa,Victoria, si ferma in un bosco per riposare. Incuriosito da un ramoscello a forma di dito, Victor per scherzo infila l'anello e recita il rito nuziale ma in realtà il ramoscello si rivela essere il dito del cadavere di una ragazza assassinata, che così, ritorna in vita e pretende di essere legalmente riconosciuta come sua sposa. Questa è la trama del nuovo film in stop-motion del malinconico Tim Burton,una storia d'amore gotica e oscura,caratterizzata da una visione romantica dell horror (già vista in altre opere del regista come Nightmare Before Christmas e Edward Mani di Forbice) che avvolge lo spettatore in mondo onirico e fantastico allo stesso tempo. L'idea iniziale nasce da un'antica fiaba ebraica russa. Di questa Burton prende giusto l'osso della trama, perfetta per mostrarci i suoi mondi dark,come un marchio di fabbrica ,riconoscibile il suo gusto per le ambientazioni gotico-vittoriano, dove gli edifici tendono all'imponenza e le ombre surclassano le luci. Le battute e i doppi sensi, e il continuo giocare tra vita e morte ballandoci su grazie alla bella colonna sonora firmata Danny Elfman (che dà voce anche a quattro personaggi differenti), si accompagnano all'innata poesia del narrare burtoniano e a quella capacità tutta sua di scendere nel profondo senza restarne intrappolato, di mostrarci che "siamo della sostanza di cui sono fatti i sogni" anche se viviamo in un mondo da incubo, di sapere tutto e non spiegare nulla. Dispettoso.Tra le scene più belle, oltre alla simpatica vestizione di Victor da parte di un squadra di ragni che invece di tessere la propria tela cuce quella dell'abito da sposo (ovvia parodia dei topolini di Cenerentola dark-style), il duetto al pianoforte tra Victor e la sposa cadavere. Un omaggio alla musica jazz in cui la bella invece di perder la testa perde la mano per l'entusiasmo e lui gliela raccoglie con amore.In Generale la resa visiva (frutto della tecnica già sperimentata da Tim Burton in molte sue pellicole) è ottima ed estremamente funzionale alla narrazione che è sempre tenuta ben salda dal buffo regista fino al finale, in questo caso, a differenza di molti film moderni, riuscitissimo ed emozionante.Quando è che si ama veramente? Quando il nostro primo pensiero è la felicità del nostro amato. Questa è la lezione che ci dà Tim Burton attraverso la sua ultima opera, una favola molto atipica in cui i promessi sposi appartengono a due mondi completamente diversi, quello dei vivi e quello dei morti.

By Nevermore