INFORMAZIONI VARIE SUL GIOCO

NOME GIOCO: STREET FIGHTER II
GENERE DI GIOCO: PICCHIADURO AD INCONTRI
SOFTWARE HOUSE: CAPCOM
FORMATO: SUPER NINTENDO
ANNO DI RILASCIO: 1992
TESTATO CON: ZSNES

PROLOGO:

Signore e signori, ecco a voi il titolo che ha rivoluzionato la storia dei beat’em up a incontri.

Precursore di molte altre serie, imitato da mille giochi e solo in rari casi raggiunto, Street Fighter II è il capolavoro firmato Capcom che aprirà la strada ad un genere fino a quel momento prodigo di successi. Una conversione quasi perfetta di un gioiellino immortale che contribuì a fare la gloria della console a 16-bit di mamma Nintendo.

GRAFICA: Gli sprite sono di ottime dimensioni, più piccoli naturalmente delle loro controparti da sala, ma sono comunque molto apprezzabili gli sforzi dei programmatori di dare una conversione il più possibile fedele all’originale. Sia personaggi che sfondi non hanno perso quasi nulla rispetto la versione coin-up. Ogni cosa si muove velocemente senza perdere di fluidità e i colorati fondali non sono mai un elemento di disturbo.

SONORO: Bisogna ammettere che il sonoro non è certo il punto di forza del gioco, ma in un picchiaduro, si sa, questo non rappresenta sicuramente un aspetto fondamentale. Così, se già nella versione da sala giochi gli effetti erano quel che erano (ricordiamoci però che il gioco è molto datato, quindi non si poteva nemmeno pretendere la luna al tempo), in questa conversione per il vostro Super Famicom preferito restano sostanzialmente gli stessi. I rumori dei colpi, le musiche di sottofondo, le voci dei personaggi (hadooken!) sono praticamente identiche a quelle da sala. Senza lode e senza infamia.

GIOCABILITA': Uno degli aspetti maggiormente curati del gioco. Le mosse speciali sono quasi tutte abbastanza semplici da eseguire anche se, all’epoca, trovarsi di fronte a sei bottoni diversi da utilizzare contemporaneamente risultava in alcuni casi disorientante. Ma bastano poche partite di pratica per prenderci subito la mano. Dopo aver familiarizzato con mezzelune e quarti di giro del pad (meglio se ci giocate con un bel joystick: richiama maggiormente lo spirito della sala giochi ed inoltre si rivela più congeniale dei tasti del joypad per eseguire le mosse) chiunque è in grado di sferrare qualsiasi colpo con qualsiasi personaggio (eccetto forse per quel che riguarda Zangief, le cui prese, che richiedono veloci rotazioni a 360° del controller, possono risultare particolarmente ostiche). La difficoltà ben calibrata offre una sfida sempre maggiore via, via avanzando di stage, senza però raggiungere livelli frustranti.

LONGEVITA': una partitina a SF2 non la si rifiuta mai. Che l’abbiate finito una quantità di volte non importa. Il segreto di questo gioco sta proprio nel suo fascino immortale che vi impedirà riuscire mai ad accantonarlo del tutto. Volete perché è un bel gioco e i bei giochi durano nel tempo, volete che in fin dei conti per molti di noi è stato il primo picchiaduro serio con cui ci si è fatti le ossa, la fortuna di SF non sembra ancora essere tramontata.
Oltretutto il numero, non esiguo all’epoca, di personaggi selezionabili, ognuno con un proprio finale differente, offriva un incentivo non trascurabile a giocarci più volte. Senza contare che in doppio si potevano scatenare sfide ancor più interminabili.





Giudizio
%
Grafica
95
Sonoro
70
Giocabilità
90
Longevità
100
Totale
90

GLOBALE: Capolavoro! Sia in sala che, per molti anni, almeno fino all’uscita di un certo Killer Instinct, il miglior picchiaduro per SNES. Se proprio vogliamo trovarci dei difetti potremmo citare il sonoro che forse non è esattamente la fine del mondo, ma come detto prima, in un picchiaduro si può anche, passatemi la battuta, fare orecchie da mercante. Un vero difetto invece, a mio avviso, che ritrovo in tutti i titoli della saga, è un altro, questo forse un po’ meno trascurabile. La differenza di danno causato da un normale calcio o pugno e quello causato da un colpo speciale, in molti casi è minima e anzi, il modo per provocare il maggior danno possibile all’avversario era quello di scaraventarlo a terra con una semplice presa. In un beat’em up, in cui il punto di forza dovrebbe appunto essere l’abilità del giocatore di eseguire le varie mosse speciali dei personaggi, questo mi sembra un neo che non ci si può esimere dal segnalare. Ma per il resto, abbiamo di fronte una pietra miliare sia del genere di lotta nel particolare, che più in generale della storia del divertimento videoludico. Siete costretti a giocarci, se volete chiamarvi videogiocatori a tutti gli effetti.

Recensione ad opera di: Raggio Gamma