VIVERE AMARE CAPIRSI
di Leo Buscaglia

Il mondo è pieno di professori, ma ci sono pochissimi insegnanti! E Leo Buscaglia, è forse uno di questi. Di origini italiane, vive in America, dove fa il professore universitario. Solo che Leo non è esattamente quello che la società americana definirebbe normale. Per esempio, è stato il primo a tenere un corso universitario sull'amore.

Cosa impariamo a scuola? Scrivere, leggere, far di conto, parlare lingue straniere, e ora pure ad usare il computer. Non vi siete mai chiesti perchè, a scuola, non ci insegnano la cosa più bella e utile di tutte: la vita? Forse perché è difficile. Bene, Leo ha deciso di far fatica, e l'ha fatta scrivendo questo libro.

"Vivere, Amare, Capirsi" è stato scritto in maniera abbastanza semplice, è quasi un monologo dell'autore, che ci spiega le sue ragioni. Anzi no. Lui non userebbe il termine 'spiega'. Lui direbbe che ci aiuta semplicemente a raggiungere quelle verità che stavano li, davanti al nostro naso, solo che noi non le vedevamo, o non volevamo vederle.

Attraverso tredici 'lezioni' Leo affronta molti argomenti, quali l'amore, i rapporti tra esseri umani, la vita, la morte, l'educazione dei bambini, e il rapporto con se stessi. Ogni pagina del libro ci offre delle verità semplici, semplificate al massimo con degli esempi di vita quotidiana.

Sarebbe impossibile analizzare e commentare ogni singola idea espressa dall'autore, perché farei prima a scrivere un libro parallelo. Mi soffermerò brevemente su due concetti. Un piccolo assaggio del libro.



"La mia più grande paura è quella di arrivare in punto di morte, e di scoprire di non avere mai vissuto..."

Leo odia l'atapia. Sostiene che la vita va vissuta. Io penso, come lui, che la vita non sia semplicemente mangiare, dormire, respirare. Penso che vivere sia il relazionarci con altre persone.

La vita. Ecco un grande dono. Però è qualcuno che lo rifiuta. Volontariamente. Taluni, definirebbero costoro dei vigliacchi, delle persone che scappano. Io li voglio definire irriconoscenti. Se la vita è un grande e meraviglioso dono, non credete che rifiutarlo sia un segno di irriconoscenza a chi ce l'ha donato, o quantomeno, un torto alla vita stessa?

Parlando con un amico dell'argomento, mi sono sentito dire: "Ma io sono libero!". E' vero. Noi siamo liberi. Ma nei limiti del nostro essere umani. E chi è un essere umano per spegnere una vita?

 

"Forse l'amore è il processo con cui ti riconduco dolcemente a te stesso"

L'autore cita il filosofo francese Saint-Exupéry. Seguono a ruota una serie di riflessioni particolarmente azzeccate, come: "Definire l'amore sarebbe limitarlo; per questo è impossibile!" Sorrido, se penso al valore dato da molti miei coetanei (e anche da alcuni più grandi) all'amore. Ovviamente, sorrido per non cominciare a prendere a testate il muro!

Vede come spesso, "l'avere" la ragazza, diventi più un qualcosa che si avvicina terribilmente al possesso, come per i cellulari, o i computer, con i quali ci possiamo fare tante cose belle, ma con le quali non ci relazioniamo... si spera!

Avere la/una ragazza, diviene sempre di più un'esigenza dettata dalla nostra società, che vede chi non una ragazza un fallito. Leo vede l'amore in maniera " un po' " differente, e devo dire che sono perfettamente d'accordo.

 

Da quanto suddetto, qualcuno potrebbe figurarsi il libro come un trattato filosofico di incredibile pesantezza. Un mattone, insomma. Ma è proprio questa la magia di Leo Buscaglia: parlare di argomenti difficili con sconcertante facilità (entro i limiti del possibile, ovviamente!) Vi sembrerà di fare una chiacherata con un vecchio amico, che ha tanto, tanto da insegnarvi.

Recensione ad opera del vostro Cik