Conker's Bad Fur Day
SVILUPPATORE: Rareware
PRODUTTORE: Rareware, THQ (Europa), Nintendo (Australia)
SOUNDTRACK: Robin Beanland
PIATTAFORMA: Nintendo 64
DATA DI USCITA: 5 Marzo 2001 (USA), 6 Aprile 2001 (EU), 25 Maggio 2001 (AUS)
GENERE: Platform, Azione, Avventura
MODALITÀ: Single Player + Multyplayer 4 giocatori
LINGUA: Inglese
DESCRIZIONE/RECENSIONE: (Fonte retrogamer.it)
Parlare di Conker è un'impresa improba per qualunque recensore. Il capolavoro di Rare per Nintendo 64 tende irrimediabilmente a eccedere l'intento critico, ed espone chi scrive al rischio di una minaccia lapidaria e priva di argomentazione ai danni dei lettori: " tacete: fatelo subito vostro". Quel che si può fare è iniziare parlando della sua disturbante genealogia. È paradossale, infatti, che un simile capolavoro di dissonante, volgare violenza cartoonesca su animaletti tenerosi, sia stato prodotto proprio per una console come Nintendo 64, passata alla storia come un sistema dalla softeca "per bambini". Console che, per via del suo ciclo di vita all'uscita di Conker, si sarebbe rivelata la sua bara commerciale. All'epoca Sony conquistava il mercato e nuove fasce di pubblico a suon di survival horror con la sua prima console casalinga. Ma Nintendo era spiazzata da questo maremoto nello zeitgeist videoludico. E pubblicava per la sua console a sessantaquattro bit giochi come Yoshi's Story, una sorta di platform game a misura di bambini ispirato ai libri pop-up, capaci di destare dubbi in quanti erano rimasti soggiogati dall'immensità ludica di Mario 64 e fare inorridire tutti quelli, e non erano pochi, che erano cresciuti nei complessi mondi a piattaforme di Super Mario World.
Conker doveva essere un altro Yoshi's Story, o ancora una sorta di Banjo-Kazooje con un tenero scoiattolino creato per deliziare i giovanissimi. In questa veste inoffensiva, lo scoiattolo appare persino tra i guidatori di Diddy's Kong Racing, la rilettura Rare di Mario Kart (che alcuni trovarono superiore a quest'ultimo). Poi, tra una fiera di settore e l'altra, e con in mezzo le critiche pregresse della stampa specializzata che parlava del "solito platform per bambini", Rare cambia tutto. Il platform teneroso e tradizionale è spazzato via. Conker's Bad Fur Day è ridisegnato dalle fondamenta come un grande progetto action, dotato di uno spessore ludico enorme e di un'estetica così originale e fuori dalle righe da collocarsi in un filone i cui esempi storici si contano sulle dita di una mano. Come progetto interattivo, Conker si porta allo stato dell'arte del rapporto tra narrazione e controllo nel gioco elettronico. Eredita le lezioni platform da Mario 64, e innesta su una struttura simile una varietà di situazioni narrative originali, basate sull'uso di zone interattive delimitate, sensibili al contesto, studiate per stili ludici tra i più disparati, riletti e piegati ai fini dell'opera. E i fini sono artisticamente superiori. Conker è estremo, intelligente, dissacrante. Narrativamente citazionista (Arancia Meccanica sopra tutti), parodistico nei confronti dell'universo videoludico e filmico (Dracula, Salvate il Soldato Ryan, Matrix), spesso metalinguistico nella riflessione sul mezzo videoludico da parte del suo protagonista e nei suoi dialoghi col giocatore, è intriso come una spugna di humour caustico, violenza spinta, allusioni sessuali e sangue di animaletti paffuti.
Attraverso l'avatar di uno scoiattolo tenero quanto alcolizzato e carino quanto spregiudicato, il giocatore ha accesso a un universo giocabile dalle tinte acide e sovra-contrastate, nerissimo nello humour e rosso come il sangue. Giocando chi tiene il controller può urinare sopra i nemici dopo avere ubriacato Conker a dovere, ammesso che riesca a controllando mentre barcolla vistosamente. Può ridicolizzare un gigante cavernicolo ammogliato con una svampita troglodita flagellandogli il deretano a suon di morsi di tirannosauro, e tirare giù la sua biancheria intima esponendo al pubblico ludibrio le sue piccolissime pudenda. Può far saltare pezzi di cervello dalle teste di amabili animaletti zombizzati e non a suon di fucilate ben mirate. Può infiltrarsi in un tunnel di tubature piene di ventole letali, con l'acqua rossa di sangue e pezzi e arti di animaletti pacioccosi che galleggiano e fanno da detriti. Può nutrire vampiri stokeriani catturando paesani e villici armati di forcone, da intontire e gettare in un immenso tritacarne che nutrirà il Signore della Notte. Può far copulare un girasole femmina dal seno prorompente con il fedifrago marito della poco attraente ape regina, che lo ha sfrattato dall'alveare. E in generale, può provocare morte e disfacimento - per via diretta o per negligenza di soccorso - per il solo fine di incamerare denaro frusciante. Questo appare sotto forma di mazzetti redneck dotati di occhi, bocca e sigaro, che saltellano in giro sprolando sboccatissimi fino all'arrivo di un avido accaparratore che li renda finalmente posseduti e felici: Conker, i cui occhi si fanno a slot machine dollarosa alla sola vista dei mazzetti di grana. In versione multiplayer, i giocatori possono entrare in arene nelle quali scoiattoli e nazistissimi Tediz si affrontano con arsenali letali, sanguinolenti, mutilanti.
Eppure, ciò che rende Conker's Bad Fur Day un capolavoro non è soltanto l'irresistibile, continuo fremito di piacere ludico ultraviolento che pervade il giocatore quando attraversa simili situazioni, dal doposbronza di Conker che da via all'avventura fino al rutilante, inarrestabile, autoriflessivo, finalmente amaro finale. E non è neppure il miracoloso lavoro tecnico operato sulla memoria a cartucce e sulla RAM della console Nintendo (tutto il contrario del remake per Xbox, che svilisce la potenza della nuova console annegando il gioco in continui caricamenti), che permette un gioco imbevuto di lunghi dialoghi interamente recitati e sincronizzati e dipinto con una ricchezza grafica notevole, cartoonesca quanto dark, a tratti esplicitamente gotica, sempre squisitamente anglosassone. Ciò che rende Conker un vero capolavoro, degno di essere riposto accanto a un gioco come Mario 64 eppure adorabilmente anomalo nel contesto di una qualunque softeca media, è proprio il connubio tra aspetto tecnico, interattivo e figurativo. Estetica e gioco sono sapientemente saldati a vivo e inscindibili, con le aree context sensitive che danno spessore e varietà all'interazione e le situazioni e il mondo di Conker che risultano interamente giocati, e non solo guardati nel loro divenire. Conker, non dura moltissimo, ma il segno che lascia colpisce duro e in fondo. Se il vostro ideale di videogiochi osanna quelli destinati all'Olimpo, per pura qualità ludica Conker è sicuramente il terzo o quarto titolo obbligatorio da possedere per Nintendo 64, pena i lavori forzati. Ma se il vostro ideale ludico è leggermente eccentrico e inneggia all'Inferno del digitale, e se avete ancora l'abitudine di digitare load "creatures" di tanto in tanto, allora Conker si meriterà il passaporto per la pole position nei vostri personali gironi.
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Messaggio modificato da Mewster, 01 gennaio 2014 - 09:22