Gentile Pubblico, una personale visione sul mondo virtuale ai tempi del 2020.
Brevemente, vi anticipo che si parlerà di Social Network e la loro integrazione nella vita reale, che la mia è una visione in contrasto con le attuali abitudini sociali più diffuse e che ho scelto questo forum per la profondità che ha dimostrato in passato (piuttosto che crearne uno nuovo). Non ho intenzione di catturare la vostra attenzione con metodi da "accalappia-like" ma se è anche voi siete annoiati e/o stanchi dell'attuale situazione del mondo virtuale allora questa è una breve lettura per voi.
Non serve perdersi in chiacchiere nel commentare il mondo dei social network più diffusi, quelli che tutti usiamo: è già stato largamente affrontato, come tema, persino dai primi sviluppatori degli stessi (vedi "The Social Dilemma"). "La volpe che non arriva all'uva dice che è acerba"? No, ci lavorano ancora.
Il social network è il discendente diretto del forum nella catena evolutiva della community digitale, nasce per semplificare ancor di più la comunicazione tra persone distanti fisicamente e ancor di più per incentivare le nuove connessioni fra individui che non si conoscono: sulla base di interessi comuni, comuni adesioni a correnti di pensiero, etc etc.
A tal proposito sono stati sviluppati sistemi sofisticati di "matching" dell'utenza, molto utili per altro. Ti piacciono i Beatles? Potresti conoscere queste persone, piacciono anche a loro, o iscriverti a questo canale che ne parla, o seguire questo utente che tiene una rubrica sulla musica anni 60. Questi consigli del software sono stati, in un primo momento, grandemente utili all'utenza che ha stretto nuovi rapporti (o ne ha riallacciati altri) sulla base dei suoi interessi. Ma il computer è macchina fredda e, per quanti algoritmi gli si possano impostare, non distingue le informazioni, per lui sono tutte allo stesso livello. Ecco che YouTube, nello stesso modo in cui mi propone band simili a quelle di mia preferenza, mi propone anche video a tema politico dello stesso "colore" di quelli che ho già visto, mettendo in fondo alla coda quei pensieri che potevano contrastare il mio pensiero, sfavorendo così il mio processo evolutivo in materia, consolidando il mio pensiero ancor di più senza preoccuparsi di dire "hai pensato anche...". Ecco che Facebook mi consiglia per lo più persone che la pensano come me, con i medesimi risultati. Un complotto mondiale? no, non credo. Semplice disinteresse, a nessuno interessa criticare il cliente, piuttosto si preferisce un atteggiamento accondiscendente e questa, questa è la nuova frontiera di "il cliente ha sempre ragione".
Ma siamo clienti? Non lo so. Siamo utenti, questo lo sappiamo. Avremo tutti notato un "piccolo" aumento della pubblicità nei nostri servizi gratuiti quali social network e piattaforme di scambio e la cosa non deve sorprendere: se non paghi il prodotto, il prodotto sei tu. Qualcuno, del resto, dovrà pur pagare per tenere in piedi la piattaforma che ci consente di dire a 1500 "amici" contemporaneamente "guardate, ho comprato una macchina nuova!!".
Ma il prezzo, però, chi lo sta pagando davvero?
In un mondo dove ascoltiamo per lo più pareri in accordo con il nostro, in cui lo scambio di opinione è viziato dalle logiche di marketing, in cui le nostre opinioni sono vincolate ai 160 caratteri di Twitter, dove scrivere un messaggio lungo è scomodo perchè scriviamo da smartphone, chi è che si ritrova il conto in banca svuotato?
Il dibattito. La crescita. L'Umanità (inteso come sentimento). Ecco chi paga davvero, eccolo il prezzo.
Sia chiaro, sono un nativo digitale e sono fermamente convinto che una piattaforma di scambio comune come internet sia UNA BENEDIZIONE.
E' proprio per questo che non posso non prendere le distanze da una forma di comunicazione distorta e viziata come quella che riscontro nell'utilizzo comune dei social network.
Si, ci sono delle eccezioni. Si, l'esperienza di molti non è questa. Si, si, si. Lo so. Ma quando si ragione nell'ordine di 2 miliardi di persone (stima delle persone usano quotidianamente i social), l'opinione di 100.000 conta quanto quella di una persona in un aeroporto.
Cosa propongo? Ad oggi niente, vorrei scambiare opinioni con qualcuno, non so nemmeno se potremo mai attuarle ma è chiaro che già solo discuterne può consentire a queste idee di viaggiare ben oltre il mio divano, dove spesso mi intrattengo a discutere anche di questo.
Invito piuttosto te, gentile lettore/lettrice a unirti a questo dibattito e ad altri ancora su questo e su altri forum. Si, lo so, può sembrare un passo indietro, ma se anche tu pensi che abbiamo sbagliato strada, se anche a te quella forma di comunicazione non basta più, sia che si parli dei grandi problemi del mondo o dei problemi della tua vita personale, delle gioie, dei progetti che hai, allora capirai che un ambiente dove è possibile esprimersi pienamente senza che nessuno giudichi il tuo messaggio un "papiro egizio troppo lungo da leggere" e dove le persone che commentano hanno tutte pari diritto di vedere il tuo post, senza che questo traffico sia regolato da un algoritmo, è un ambiente di dialogo migliore.
E torno a ripetere, ho scelto questo forum per quello che questo forum era prima che tentassimo tutti nuove vie, ma ce ne sono tanti, e tanti spero ne verranno. Non è questo l'unico topic dove discuterne, sarei felice al solo pensiero che altri ne nascono altrove, che si parli anche d'altro, che si torni a pensare a internet come un ambiente e non un servizio. Condividerò con chi potrò il link di questo post, e ti invito a fare altrettanto.
Concludo ricordando che queste sono le mie personalissime opinioni e che non mi ergo a portatore di verità, ma anche a questo ci siamo disabituati: dire la propria è un diritto, come è un dovere non ergerla a unica verità possibile. Ma il linguaggio "sintetico", spesso, ci ha imposto un lessico fuorviante il tal senso.
Saluti a tutti, vecchi e nuovi di queste pagine.
Saluti a te, che hai letto fin qui, in controtendenza con l'ultimo decennio.
Aster